L’India sta rapidamente emergendo come Paese preferito per gli investimenti esteri nel settore manifatturiero.
Secondo l’analisi dell’UNCTAD World Investment Report (WIR) 2022 sulle tendenze globali degli afflussi di IDE, l’India è migliorata di una posizione raggiungendo il 7° posto tra le prime 20 economie ospitanti per il 2021.
L’afflusso di IDE nel settore è infatti aumentato del 76% nell’anno fiscale 21-22 (21,34 miliardi di dollari) rispetto al precedente anno fiscale 20-21 (12,09 miliardi di dollari).
Il Governo ha attuato diverse riforme nell’ambito del regime di politica degli IDE in settori quali assicurazioni, difesa, telecomunicazioni, servizi finanziari, farmaceutici, commercio al dettaglio, e-commerce, costruzioni e sviluppo, aviazione civile, industria manifatturiera, ecc. Continua inoltre a liberalizzare le restrizioni agli investimenti, a eliminare le barriere normative, a promuovere le relazioni internazionali e a migliorare il contesto imprenditoriale. Le modifiche alla politica degli IDE vengono apportate dopo aver consultato le parti interessate, tra cui le principali camere industriali, le associazioni, i rappresentanti di industrie/gruppi e altre organizzazioni. Sebbene gli investimenti esteri siano consentiti secondo la via automatica (Automatic route) nella maggior parte dei settori/attività, per ragioni strategiche alcuni investimenti sono limitati o consentiti secondo la via dell’approvazione governativa attraverso un meccanismo di screening secondo il quadro prescritto.
I 5 settori che hanno registrato il maggior afflusso di IDE nel corso dell’anno fiscale 21-22 sono:
- Software e hardware per computer (24,60%),
- Settore dei servizi (finanziari, bancari, assicurativi, non finanziari/commerciali, outsourcing, ricerca e sviluppo, corrieri, test tecnici e analisi, altro) (12,5%). Testing and Analysis, Other) (12,13%),
- Industria automobilistica (11,89%),
- Commercio 7,72% e
- Attività di costruzione (infrastrutture) (5,52%).
I 5 Stati che hanno ricevuto il maggior afflusso di IDE nell’anno fiscale 21-22 sono:
- Karnataka (37.55%),
- Maharashtra (26.26%),
- Delhi (13.93%),
- Tamil Nadu (5.10%), e
- Haryana (4.76%)
Nell’anno fiscale 2021-22 gli IDE sono stati segnalati da 101 Paesi, mentre nel precedente anno fiscale 2020-21 erano stati segnalati da 97 Paesi.
In breve, i punti chiave da tener conto sono che:
- Il Governo incoraggia gli investimenti produttivi e commerciali esteri attraverso una serie di misure (il programma principale è “Make in India”), per fare dell’India il primo polo produttivo del mondo.
- Oggi in India è più facile investire: Gli investimenti diretti esteri nel Paese sono passati dai 22,1 miliardi di euro del 2014 ai 40,4 del 2018.
- Una fiscalità di favore verso le imprese straniere: oggi le aziende manifatturiere costituite dopo il 01.10.2019 possono usufruire di un’aliquota fiscale del 17% sui profitti.
- L’India è alla ricerca di tecnologie, know-how e competenze per sostenere la propria crescita.
- L’India diventerà la terza economia mondiale e investire in India oggi è davvero lungimirante.